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ansia

Ciao,

sia l’ansia in generale che le forme che può assumere come ad esempio le fobie, sono considerati disturbi basati sulla paura.

Ho paura di far male all’esame ed entro in ansia, ho paura di qualcosa di assolutamente non pericoloso, ad esempio le lucertole, ed inizio ad evitare di uscire di casa quando c’è il sole sviluppando una fobia per le lucertole(questo delle lucertole è un caso reale che sto seguendo in questo periodo) .

Cosa fare di fronte alla paura?
Hai notato l’immagine che ho messo all’inizio di questo post?

Rappresenta la rat-race(la corsa del topo) e viene utilizzata come metafora da Robert Kiyosaky, uno scrittore metà giapponese metà americano che parla di investimenti ed imprese.

Cosa centra con l’argomento di cui ti parlando?

Kiyosaky oltre ad essere uno scrittore che è da più di 4 anni di seguito nella lista dei bestsellers del New York Times è stato anche un soldato in vietnam e successivamente titolare di diverse aziende.

Nei suoi libri parla sempre del suo approccio alla paura e del fatto che la paura sia qualcosa che tutti noi proviamo e sia sana; la differenza tra una persona ed un altra è nel come vive la paura.

Per Kiyosaky infatti le possibili alternative di fronte alla paura sono solo 2:

  • la tranquillità
  • la libertà dalla “paura della paura”
La rat-race è una metafora della tranquillità;

se davanti alla mie paure cerco di evitare di affrontarle inizialmente starò bene per poi trovarmi però ingabbiato dentro la paura della paura che in molti casi mi paralizzerà rinchiudendomi dentro confini sempre più ristretti.

Ad esempio molte persone mi dicono: “Si sto bene adesso che non vado più al supermercato, prima infatti avevo paura di stare male e svernire adesso ci va mio figlio per me e sono più tranquilla“.

La libertà dalla “paura della paura” parte invece dalla consapevolezza che ho paura e dalla consapevolezza che la cosa più importante non è fare una brutta figura all’esame ma invece fare qualcosa per essere liberi dalla paura della paura, inidipendentemente dal risultato.

Nei sui libri Kiyosaky parla spesso di come la paura principale delle persone sia quelle di essere giudicata o di fare errori e di come questo sia in contrasto con quello che l’esperienza ci insegna e che a volte dimentichiamo; impariamo sbagliando.

Ciao,
Manuel

 

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Ciao,
è di ieri la notizia, rimbalzata da quotidiano a quotidiano, che fumare marijuana è consentito, ma solo ai rastafariani ortodossi (e praticanti).

Lo ha deciso la Sesta Sezione penale della corte di Cassazione, che attraverso la sentenza numero 28720 ha giudicato lecito l’utilizzo dell’erba per scopi religiosi (e non solo ricreativi) da parte di un quarantaquattrenne di Perugia, che si è professato seguace della religione di Jah.

la Cassazione, che ha accolto l’istanza dell’imputato specificando che, per i rastafariani, la marijuana è “un’erba meditativa, come tale, possibile apportatrice dello stato psicofisico inteso alla contemplazione nella preghiera, nel ricordo e nella credenza che l’erba sacra sia cresciuta sulla tomba di re Salomone, chiamato il re saggio, e da esso ne tragga la forza, come si evince dai testi che indicano le caratteristiche di detta religione”.

La questione controversa in campo clinico è quella sollevata dallo studio pubblicato da Lancet(leggi l’estratto su questo post) secondo cui chi fuma ha una notevole possibilità di sviluppare malattie psicotiche come la schizofrenia.

E’ vero che sempre più adolescenti arrivano(specialmente quando vengono ai servizi pubblici) con una carica di forte ansia e paura ai servizi di pronto soccorso, specialmente quando vengono ritrovati in stato confusionale per la strada.

Forse non è così per tutti ma è comunque bene saperlo..

Ciao,
Manuel


Ciao!

Vi riporto un articolo che sostiene una delle premesse della Terapia Breve relativamente ai disturbi d’ansia.

Quando siamo in ansia per un qualsiasi motivo, il parlarne ad altri ha efftti in sè paradossalmente negativi; all’inizio ci sembra che l’ansia passi, d’latronde parlando con gli altri ci sfoghiamo..

In realtà passa solo per qualche istante per poi ritornare più forte, e così per riabbassarla siamo obbligati a riparlarne con qualcuno creando un circolo vizioso che si ripete e si autoalimenta aumentando l’ansia.

A chi non è mai capitato? 

Quando proviamo ansia, parlarne contribuisce(come diciamo nelle terapie brevi) arendere il “fantasma che ci insegue” sempre più reale!Qui di seguito la ricerca dell’Università del Missouri,
Ciao!

RISCHIO ANSIA SE CI SI LAMENTA TROPPO CON AMICHE

ROMA

– Parlare, per ore e ore, al telefono, a scuola, giorno e notte, con l’amica del cuore: un copione comune a molte adolescenti, ma che potrebbe avere, a sorpresa, pesanti effetti collaterali.

Secondo una ricerca dell‘Università del Missouri, pubblicata sulla rivista ‘Development psichology’, le ragazze che parlano sempre dei loro problemi e preoccupazioni con gli amici sono più ansiose e depresse dei loro coetanei maschi. I ricercatori, guidati da Amanda Rose, hanno scoperto che le ragazze che ‘ruminano’, per così dire, più dei ragazzi, sono maggiormente soggette a questi disturbi. “Quando le teen ager parlano tra di loro – spiega Rose – spendono così tanta energia nel soffermarsi su problemi e preoccupazioni, che finiscono col sentirsi tristi e senza speranza, perché si trovano sempre di fronte ai loro problemi. Sintomi della depressione”.

Quanto all’ansia, il parlare continuamente le fa sentire più preoccupate dei problemi e delle loro conseguenze. “Tutto ciò può portarle – continua – a soffrire di depressione e ansia perché spendono in quest’attività tanto tempo, che invece potrebbe essere impiegato in attività più positive e che senz’altro riuscirebbero a distrarle. Cosa vera soprattutto per le ragazze che non riescono a tenere sotto controllo le cose”. Il lato positivo di questi rapporti così intensi, dice la psicologa, è che si “sviluppano amicizie molto forti. Tuttavia, nei maschi che fanno lo stesso non abbiamo riscontrato ansia e depressione. In generale parlare dei propri problemi è legato ad uno stato di benessere. Ma non se fatto in eccesso”. Moderazione dunque. “Gli adolescenti – conclude la ricercatrice – devono essere incoraggiati a praticare altre attività, come lo sport, che li aiutino a distogliere l’attenzione dai problemi”.

Fonte ansa.it 2007-07-16

 

Ciao!

Vi riporto una ricerca che sostiene uno dei principi base utilizzati in Terapia breve

Ciao!
Vi riporto una ricerca che sostiene uno dei capisaldi della terapia breve.
Quando infatti siamo in ansia per qualcosa, il parlarne ad altri ha in se effetti paradossalmente negativi; all’inizio ci sembra che passi, d’altronde parlando con gli altri ci sfoghiamo, in realtà passa solo per qualche istante per poi ritornare più forte e così per abbassarla siamo obbligati a riparlarne, creando un circolo vizioso che si ripete e si autoalimenta..

A chi è successo sa cosa significa esserci sfogati e sentire l’ansia che ritorna ancora più prepotentemente, parlarne insomma contribuisce a rendere il “fantasma che ci perseguita” sempre più reale..
Ciao
Manuel

RISCHIO ANSIA SE CI SI LAMENTA TROPPO CON AMICHE

ROMA

– Parlare, per ore e ore, al telefono, a scuola, giorno e notte, con l’amica del cuore: un copione comune a molte adolescenti, ma che potrebbe avere, a sorpresa, pesanti effetti collaterali.

Secondo una ricerca dell’Università del Missouri, pubblicata sulla rivista ‘Development psichology’, le ragazze che parlano sempre dei loro problemi e preoccupazioni con gli amici sono più ansiose e depresse dei loro coetanei maschi. I ricercatori, guidati da Amanda Rose, hanno scoperto che le ragazze che ‘ruminano’, per così dire, più dei ragazzi, sono maggiormente soggette a questi disturbi. “Quando le teen ager parlano tra di loro – spiega Rose – spendono così tanta energia nel soffermarsi su problemi e preoccupazioni, che finiscono col sentirsi tristi e senza speranza, perché si trovano sempre di fronte ai loro problemi. Sintomi della depressione“.

Quanto all’ansia, il parlare continuamente le fa sentire più preoccupate dei problemi e delle loro conseguenze. “Tutto ciò può portarle – continua – a soffrire di depressione e ansia perché spendono in quest’attività tanto tempo, che invece potrebbe essere impiegato in attività più positive e che senz’altro riuscirebbero a distrarle. Cosa vera soprattutto per le ragazze che non riescono a tenere sotto controllo le cose”. Il lato positivo di questi rapporti così intensi, dice la psicologa, è che si “sviluppano amicizie molto forti.

Tuttavia, nei maschi che fanno lo stesso non abbiamo riscontrato ansia e depressione.

In generale parlare dei propri problemi è legato ad uno stato di benessere. Ma non se fatto in eccesso”. Moderazione dunque. “Gli adolescenti – conclude la ricercatrice – devono essere incoraggiati a praticare altre attività, come lo sport, che li aiutino a distogliere l’attenzione dai problemi”.

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