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storia vera

Ciao,

Ieri si e’ laureata in Scienze della pubblica amministrazione, con 110 e lode,

Adriana Jannilli classe 1916, ex consulente del lavoro.

Stavo mangiando e intanto che guardavo il telegiornale vedo questa signora di 92 anni che

racconta la sua storia.

A 88 anni, appena dopo la morte di suo marito, Adriana si rende conto di essere vicina ad una

forte depressione, ha difficoltà a dare un senso alla vita dopo averla vissuta fino quel tempo con suo marito, decide quindi di iscriversi all’Università.

Molto spessso infatti il meccanismo della depressione ha una sequenza che dalle scuole ad orientamento breve viene descritta in questo modo:

  • Illusione(mi illudo di qualcosa)
  • delusione(resto deluso dal fatto che non sia piĂą possibile mantenere viva la mia illusione)
  • depressione(mi ritiro, “meccanismo della rinuncia“)

“Ho deciso di iscrivermi all’UniversitĂ  – ha raccontato la neodottoressa – dopo essere rimastavedova, avevo lavorato per decenni come consulente del lavoro, lo stesso mestiere di mio marito e non me la sentivo di rimanere con le mani in mano”.

La Jannilli ha discusso una tesi su ‘L’uguaglianza femminile nel mondo del lavoro ‘.

In gioventĂą ha avuto anche un trascorso da modella ed ha frequentato un corso triennale di lingua indonesiana.

Nelle 65 pagine di elaborato la neodottoressa passa in rassegna la legislazione sul lavoro femminile in Italia dal 1870 ad oggi.

E non risparmia stoccate a nessuno: né alla Chiesa “che ha sempre relegato le donne in ruoli subalterni”, né alla legislazione “diretta solo a far assumere alle donne il ruolo di madri e mogli, addette a procreare figli per la patria e sollazzo per i guerrieri”.

Nell’intervista il giornalista le chiede” Ma adesso cosa farà?”

“Ora dovro’ trovarmi un altro modo per passare il tempo “, ha commentato la neodottoressa.

”Il mio sogno è sempre stato quello di fare criminologia, mi hanno detto che è possibile frequentare un master e penso che sarà quello che farò”

Fonte: (ANSA)

Molto spesso alle persone che hanno perso la propria strada chiediamo:” Qual’è il tuo sogno?

 

Ciao

Manuel

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